PIANETARBERESH

Discussione libera in libero mondo

sabato 17 maggio 2008

(Mos) Nga me ne - vademecum del turista


Un nostro collaboratore ci segnala che gira per Civita una nuova guida turistica cartacea in tre lingue curata per conto dell’Associazione culturale “Gennaro Placco” da Flavia D’Agostino e con la grafica di Carlo Pellicano.
L’assessore alla cultura all’annuncio della imminente uscita di questo vademecum ha provato grande soddisfazione…. Beata lei. Grazie alla passione etica dei due autori.
Mah! Sorvoliamo su … banali informazioni e mancanze (denominazione degli abitanti di Civita, mancanza delle distanze dal mare e da Castrovillari, da Cosenza), sui numerosi errori di impaginazione imputabili quasi certamente al tipografo ma con colpe degli autori che non hanno corretto con attenzione le bozze e veniamo alla grafica e ai contenuti veri.
La grafica da quaderno di scuola di epoca fascista con le righe, il fondo verde pastello e la foto del paese, scura, indefinita, con la montagna in ombra, sulla pagina sinistra e la stessa immagine, in posizione speculare, sulla pagina destra contribuiscono a confondere il lettore che non capisce quale è la vera posizione dell’abitato.
Poi ci sono le scritte: aperto, chiuso spingere e altro. Queste scritte con il corrispettivo testo in arbresh, per esempio, dovrebbe essere posto negli esercizi pubblici di Civita. Ebbene sfidiamo chiunque a trovare un negozio di Civita che ha un cartello con la scritta “Chiuso” in arbresh.
Poi ci sono i giorni della settimana, i mesi, le stagioni, la meteorologia, la temperatura e … il turismo. Tutto scritto in tre lingue.
Poi ci sono frasi fatte alle quali dubitiamo moltissimo che un qualsiasi civitese sappia rispondere. Per esempio, “sa banore ka ky katund?” oppure “C’here hapin muzeu?” (nella prima domanda non si sa il significato, nella seconda non si conoscono gli orari)…
Poi ci sono le informazioni … ferroviarie. “quant’è il prossimo treno per…?, da che binario parte? … poi c’è l’EDICOLA… siamo curiosi di vedere il viso di Salvatore quando arriva un signore e gli chiede: me jem një pirjavshme? Oppure një përmuajshme…. Oppure , se si va da Costantino a chiedere: me jem një shkreps?
Seguono le indicazioni per il medico, la farmacia, il calzolaio (nonostante a Civita non ve ne siamo più), l’abbigliamento, il barbiere(idem), il parrucchiere (ibidem).
Poi passiamo alla ristorazione: e qui c’è da ridere. Andiamo ai modi di cottura e troviamo il termine: affumicato, tradotto con i fumikartur (in altre pagine si usa il termine kamnisur), grasso (të liar) antipasto (antipastë), pasta (pastë), poi si parla di pasta al forno (tumacë te furri). Come dire che la pasta alcune volte è:…. Pastë e altre è tumacë. Mettiamoci d’accordo per una volta.
E ancora. Passiamo alla carne: carne di coniglio è tradotta con mish lepuri (carne di lepre). Evidentemente gli autori non distinguono le due specie.
Poi si va dal fruttivendolo e finalmente, dopo 84 pagine, si passa all’etimo. Bel salto. Etimo di che cosa? Leggendo il testo si capisce che il riferimento è l’origine del nome della comunità. Il picco massimo si raggiunge nella descrizione geografica quando le abitazioni degradano da un pendio…. Invece è interessante sapere da quale fonte è stato ricavato l’anno di fondazione del paese dato che Civita è l’unica comunità che non possiede i capitoli di fondazione…. Poi ci sono le feste, i cicli dell’anno, le vallje, kaminet ed infine le cose da visitare.
Fra le tante cose c’è la Filanda. Opera incompiuta, ancora chiusa senza certezze sulla data di apertura (buona regole vuole che le strutture chiuse al momento della stesura del testo – la data si evince dalla seconda di copertina- si ponga la dicitura “di prossima apertura”) invece sono date come già fruibili. Non c’è delusione peggiore di trovarsi di fronte ad una struttura chiusa mentre sulla guida è dichiarata aperta e fruibile. Nel va della credibilità della guida stessa.
E qui raccontiamo di un piccolo esperimento che hanno fatto alcuni nostri collaboratori.
Hanno chiamato ad un numero in elenco riguardo un B&B ed si sono visti rispondere che non è ancora aperto. ...
Altre errore madornale riguarda la Cappella della Consolazione: evidentemente gli autori non se ne sono accorti che la Cappella è stata restaurata e che quindi non ci sono più “a sinistra due tombe sporgenti”.
Ancora. I comignoli. Una delle caratteristiche più importanti (se non la più importante) di Civita sono i comignoli e vengono relegati a pagina 120, trattati … con quattro righe. Roba da matti!!!!
Poi si passa alla rete sentieristica intorno e nel paese. Qui manca completamente qualsiasi dato sui tempi di percorrenza e di difficoltà (bastava copiare la carta esposta accanto all’ingresso del museo). Concludiamo con … alcuni errori (gli ultimi) e alcune … dimenticanze.
Sempre al momento dell’uscita di una guida si fotografa la realtà esistente: il centro di Colle Marcione è chiuso (la convenzione è scaduta il 31 dicembre 2007 e la guida è datata 2008). Il Club degli Escursionisti esiste ancora? (a parte l’insegna). Alcuni numeri di telefono sono errati… e dulcis in fundo manca qualsiasi riferimento al Ristorante Agorà, idem per quanto riguarda il centro visita del parco (non è ancora aperto e non si sa quando e se un giorno aprirà). Per concludere un cenno alla bibliografia: non si capisce se si tratta di quella consultata (e allora si doveva scrivere “bibliografia consultata”) oppure se sta tutto qui ciò che è stato scritto su Civita.
Infine, la pianta in ultima di copertina: manca la scala, manca l’indicazione del Nord geografico e manca una didascalia….
Per tutto quanto detto noi consigliamo di ritirarla dalla distribuzione e mandarla al macero.


10 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo amico, indipendentemente dalla grafica che può piacere o meno, l'opera "Nga me ne" ha un grande valore socio-lingustico. Unico nel suo genere, coinvolge il turista non solo sotto l'aspetto paesaggistico e museale, ma lo rende partecipe attraverso l'uso della lingua arbereshe. Se il quaderno fascista non è di tuo gradimento ti capisco, a quei tempi non avresti sicuramente avuto la libertà di esprimere la tua opinione.Per fortuna i tempi sono cambiati!! Per il resto non aggiungerei altro, rimando all'opinione di chi leggerà il nostro vademecum, con la serenità e la dignità intelletuale che ci appartiene e ci permette di accettare con rispetto ogni critica. Carlo Pellicano

Anonimo ha detto...

Cari amici di Civita,
non voglio commentare l'impaginazione della guida o il giusto utilizzo dei termini in albanese in quanto ignorante in materia ma non posso far a meno di intervenire su un punto AGORA':
come si fa' a non inserire la famiglia Nicoletti e il Ristorante Agorà in una guida turistica su Civita? Non sono stati forse loro i Pionieri della ristorazione Civitese?Non hanno contribuito a far conoscere Civita nel mondo?
Quante persone conoscete che visitando Civita non abbiano degustato i nostri prodotti nel ristorante Agorà? Quante volte il paese ha ricevuto spazi nei quotidiani locali grazie a personaggi famosi ospiti dell'Agorà? Allora perchè non è stata inserita? Chi di voi crede alla semplice dimenticanza?
Io personalmente non ci credo e voi tutti sapete perchè.
Non vivendo da un anno a Civita ammetto di non essere informato sui lavori dell'amministrazione (per la gioia di molti ho rassegnato le dimissioni da consigliere comunale)ma vorrei tanto sapere se per realizzare questa guida siano stati elargiti fondi pubblici,in questo caso non posso che ammonire i miei amministratori.. SVEGLIA!!!
Non avete il tempo di visionare in anteprima le pubblicazioni da voi patrocinate?Lo sportello linguistico del Comune di Civita é diventato un Ente Autonomo?
Mi dispiace ma in questo caso non posso consigliarvi altro che ritirare le pubblicazioni....
Comunque sia ,anche in caso di utilizzo di fondi privati gli autori hanno dimostrato cosa intendono per ETICA PROFESSIONALE!!

Anonimo ha detto...

Caro ex vicesindaco, nessuno ha intascato un euro per questa opera. Il finanziamento è stato è stato elargito all'associazione,totalmente investisto per la stampa, e non al comune, il quale si riveste di meriti solo quando gli conviene. Il vademecum che mi è stato consegnato ha un errata corrige con le scuse degli autori. I vostri collaboratori non sono ottimi osservatori. Con stima, un civitese.

Anonimo ha detto...

Prima di ricevere critiche sul finanziamento pubblico del lavoro fatto dagli autori,in quanto leggendo bene l'articolo del Maestro sembrerebbe che l'opera sia stata finanziata dalla fondazione Gennaro Placco,anticipo che essendoci il logo del Comune di Civita e dello Sportello Linguistico sulla copertina,l'amministrazione aveva il diritto-dovere di visionare preventivamente il lavoro svolto e successivamente dare il consenso per la pubblicazione!
Cari amici mi dispiace dirlo ma forse guardate un po' troppo a destra della vostra finestra!!

Anonimo ha detto...

Dei contenuti di un testo sono esclusivamente responsabili gli autori. L'associazione Gennaro Placco ne ha consentito la pubblicazione e il Comune è stato il garante del finanziamento ricevuto con legge 482.
Non sta scritto da nessuna parte che l'intera giunta dovesse mettersi a fare il correttore di bozze, nè tantomeno l'associazione Gennaro Placco. Vorrà dire che gli autori la prossima volta saranno più attenti; succede ai migliori autori di avere delle dimenticanze e di commettere degli errori di battitura. Non è di certo con l'assenza su un vademecum che l'Agorà andrà in fallimento, nè tantomeno i "tanto esperti" linguisti (anonimi) dimostreranno di favorire lo sviluppo della comunità.
Per "i fantasmi" sul vademecum; la migliore pubblicità vuole che si inizia a promuovere il proprio servizio anche con una indicazione su un depliant, poi sta alla facoltà di chi risponde fornire risposte adeguate. Vogliatevi bene e utilizzate il vostro tempo con azioni concrete. E poi, carissimo Antonio conosco la tua ironia e il tuo sarcasmo...
Personalmente apprezzo gli sforzi di chi opera in una comunità così poco clemente che di certo se fai bene non ti dice mai che hai fatto bene.
Stefania Emmanuele

Anonimo ha detto...

cara Stefania
"...succede ai migliori autori di avere delle dimenticanze e di commettere degli errori di battitura..."
Ma quando esiste un contenzioso, tra essi e i gestori, sulla proprietà dell'immobile (cosa da tutti risaputa )la causalità diventa meno causale.

Anonimo ha detto...

Ormai su questo blog ognuno ha detto la sua…così ho sentito il dovere di far sentire anche la mia voce.
Innanzitutto vorrei farvi riflettere sull’etimologia della parola “vademecum” visto che probabilmente, troppo presi dalla vostra mancata carriera di critici, avete tutti dimenticato di consultare un semplice, ma allo stesso tempo utilissimo, dizionario. Il termine deriva dal latino e può essere tradotto come “vieni con me” e si riferisce ad un manualetto tascabile con le indicazioni di più frequente necessità relative ad una particolare scienza, arte, professione e simili. So bene che da questa mia premessa solo i più perspicaci avranno capito cosa intendo. Ma, data la mia cortesia verso quelli che manifestino ancora qualche dubbio riguardo ciò che voglio dire, mi spiegherò meglio. Ciò che Flavia e Carlo hanno pubblicato, non è una guida turistica su Civita, ma un vademecum (appunto) che stimoli la curiosità dei turisti e che gli faccia conoscere un altro aspetto delle nostre tradizioni, cioè la conservazione di una lingua. Non ne ho la certezza assoluta, ma credo non sia un caso la traduzione in 3 lingue: i meno attenti avranno creduto si trattasse semplicemente della preoccupazione degli Autori per una comprensione internazionale, invece a me hanno trasmesso dati a sufficienza per elaborare un’interpretazione alternativa e cioè un confronto tra tradizione (e quindi la lingua albanese), realtà (la lingua italiana) e lo sguardo proiettato sulla vastità delle interazioni sociali (l’inglese).
Ribadisco l’idea secondo cui gli Autori non avevano alcuna intenzione di stilare una guida turistica anche al ex vice-sindaco a seguito della sua affermazione secondo cui è oltraggioso non inserire la famiglia Nicoletti e il Ristorante Agorà “in una guida turistica su Civita”. Nulla togliendo a questa famiglia o al suo ristorante, ma volevo precisare, sempre all’ex vice-sindaco, che non si conosce Civita perché qualche giornalista non aveva come riempire lo spazio del suo quotidiano locale citando il nostro paese insieme agli ospiti famosi dell’Agorà…nessuno ha mai pensato che magari “quello spazio sul quotidiano” il nostro paese se lo meritava?!
Al puntiglioso critico che ha messo poi in evidenza “le banali informazioni e mancanze (denominazione degli abitanti, mancanza delle distanze dal Mare e da Castrovillari e Cosenza), sui numerosi errori di impaginazione” da lui ironicamente imputati al tipografo, vorrei dire un paio di cose. Innanzitutto, se nella sua vita ha mai fatto da turista, quasi sicuramente non ricorderà di aver trovato un’opera simile altrove e soprattutto gli sarebbe interessato poco di conoscere queste minuzie. In caso contrario, la distanza da una città limitrofa, così come la denominazione degli abitanti, avrebbe potuto chiederla ad un semplice abitante del luogo. Ma tutte queste critiche agli autori da parte sua, personalmente mi fanno sorgere un dubbio: avrà mica paura di sentirsi fare una domanda simile da un turista e di non conoscerne risposta?!...ai turisti l’ardua sentenza! Per quanto riguarda poi i presunti errori di impaginazione, bisogna sempre ricordare che ognuno di noi alle proprie opere piace dare una personale struttura gerarchica, ciò non vuol dire che le priorità di impaginazione degli Autori corrispondano necessariamente a quelle del critico in questione.
Passiamo poi all’affermazione secondo cui “ci sono frasi alle quali si dubita che un civitese sappia rispondere” o alle indicazioni di alcuni servizi quali “il calzolaio, il barbiere e il parrucchiere nonostante a Civita non ve ne siano più”…vogliamo accusare Flavia e Carlo di questo?! Sapete, leggendo una famosa opera di Victor Hugo incontrai una dettagliata descrizione di una zona di Parigi, la famosa “Corte dei Miracoli”…oggi non esiste più, ma non ho ancora trovato nessuno che dia la colpa di questo al povero Hugo perché la citò nella sua celeberrima opera.
Voglio anche raccontarvi una mia esperienza personale. Mi capitò una volta di prenotare e pagare anticipatamente la visita ad un castello…sapete come andò a finire?!...il castello era chiuso per lavori di ristrutturazione. Non solo non potei visitarlo, quanto non mi venne risarcito neanche il costo del biglietto per la “visita fantasma”. Perché vi ho raccontato questo?! Ve lo spiego subito… L’inguaribile critico ha sottolineato che i due Autori hanno citato la Filanda come struttura fruibile nonostante questa sia ancora un’opera incompiuta. Magari Flavia e Carlo lo hanno fatto perché un po’ più ottimisti del compimento di tale opera da parte dell’amministrazione, ma almeno non hanno promesso ai potenziali turisti visite guidate al suo interno con il versamento di un corrispettivo in denaro.
Ma che esagerazione poi definire “errore madornale” l’indicazione delle “due tombe sporgenti sulla sinistra nella Cappella della Consolazione”…ma io dico, avete mai sentito parlare di quel fenomeno proprio dei luoghi antichi chiamato “attrazione turistica”?! Ci sono luoghi al mondo in cui le guide insinuano che il semplice nominare il nome di un posto vicino porti sfortuna al turista e noi condanniamo il riferimento a delle tombe distrutte dalla ristrutturazione (quasi sembra addirittura una contraddizione distruggere ristrutturando) come un errore da non ripetere.
Non parliamo poi dei comignoli…ci rendiamo conto della loro importanza solo quando vengono rilegati dopo una centinaia di pagine, ma ce ne freghiamo quando invece cadono in rovina o “misteriosamente” spariscono.
Per quanto riguarda poi la mancanza dei tempi di percorrenza e le difficoltà dei sentieri, così come le critiche della pianta in copertina, non dimentichiamoci che magari i due Autori non hanno dettagliatamente trattato questi argomenti in quanto già esposta una carta accanto all’ingresso del museo (già citata dallo stesso critico che ha notato queste mancanze) e soprattutto non dobbiamo dimenticarci che precedentemente è stata già distribuita un’altra carta sul nostro paese che, per quanto mi riguarda, non era molto più chiara e anch’essa riportava qualche B&B in più rispetto a quelli esistenti senza clausole di “prossima apertura”.
E per concludere le mie critiche alle critiche…vorrei rispondere con una critica comune sia all’ex vice-sindaco che al critico per eccellenza. Entrambi consigliano il ritiro delle pubblicazioni e uno di loro ha proposto anche di mandarle in seguito al macero. Vorrei ricordarvi che esiste qualcosa che si chiama “libertà di stampa”. È anche vero che esiste qualcos’altro che si chiama censura, ma vi dirò, in caso non lo sappiate, che questa non è ammessa dalla Costituzione italiana, sempre che anche il nostro paese faccia parte di questa Costituzione e non sia diventato un “Ente autonomo” dal giorno della pubblicazione di questo tanto criticato vademecum. Però si può ancora fare una cosa a favore di questi critici tanto accaniti, sull’esempio di papa Paolo IV vissuto circa 500 anni fa, pubblicate un Indice dei libri proibiti e, per scoraggiarne la lettura, minacciate persecuzioni, martiri o, ancora più diabolicamente, avvelenatene le pagine così che, data l’abitudine di bagnare il dito di saliva per voltare pagina, i temerari lettori terminino lì la lettura proibita.
E con questa ho terminato le mie critiche (intendiamoci, non al vademecum), ma non ho ancora detto tutto. Manca la parte principale, che pongo in chiusura non perché di minore importanza, ma perché vi permetta di leggere prima il resto per riflettere sulla superficialità del pensiero dei nostri concittadini.
Voglio dire a Flavia e Carlo che in questo periodo della loro vita hanno passato una fase di martirio, in quanto capri espiatori di questioni che non gli sarebbero riguardate se, come ogni civitese, non avessero voluto fare qualcosa per far progredire questo piccolo paese. Ma nonostante “martiri”, io mi permetto di definire sia Flavia che Carlo come due preziosissimi diamanti che, pur essendo stati opacizzati dagli sputi velenosi della gente, restano pur sempre due pietre rare e preziose. Collegandomi a questa metafora sui diamanti, voglio dire un’ultima cosa a entrambi. Essendo due diamanti non dovete dimenticare mai che siete brillanti e, come ogni cosa brillante, attirate a voi delle gazze ladre. A questo mio ultimo commento non darò alcuna spiegazione, perché tanto, conoscendo Flavia e Carlo, certamente sapranno trarne la giusta interpretazione. Un caro saluto!

Anonimo ha detto...

Caro Professore... se davvero vuole far sentire la sua voce deve avere il coraggio di firmare i commenti...!!!

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

I diamanti sono dei minerali molto costosi che poco si addicono come metafora a persone. Nel caso del vademecum in questione certamente non si può paragonare, per bellezza grafica, presentazione, chiarezza e quant'altro ad un diamante perchè fa veramente pietà. Sono pienamente daccordo con quanto scritto dal maestro e anch'io chiedo l'immediato ritiro dalla distribuzione di un simile obbrorio perchè non rende giustizia alle stupende bellezze che Civita vanta di avere ... questo ovviamente non implica la libertà di opinione, di stampa e di espressione del libero pensiero. tutt'altro. Però coinvolge il buon gusto e siccome Civita eccelle per il buon gusto un simile lavoro offende la comunità. Per questo e per tutto quanto scritto dal Maestro chiedo al Sindaco, ai dirigenti dell'associazione Gennaro Placco di mandare al macero simile "immondizia" affinchè sia almeno utile come carta da riciclo.
il vostro Antonio